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PELLEGRINI IN CAMMINO: Il Cammino di Oropa dal 3 al 6 aprile 2024

Il mattino del 3 aprile eravamo in 4 pellegrini che sono scesi alla stazione di Santhià da dove ha inizio il Cammino di Oropa. La giornata è grigia, ma non piove. Attraversiamo la città e dopo aver scattato le immancabili foto e selfie iniziamo nella campagna questa prima tappa. Notiamo subito che vi sono moltissime indicazioni per cui possiamo camminare con la massima tranquillità. E’ questo il più famoso ed antico cammino italiano che ci porta verso le colline dell’anfiteatro morenico. Questa tappa coincide con la Via Francigena che arriva dal Gran San Bernardo ed infatti dopo alcuni km incontriamo in senso contrario 2 pellegrini asiatici in cammino. Superiamo poi il Canale di Cavour e la Cascina Maresca (dove si trova un’oasi del pellegrino). Dopo 5/6 km la pianura lascia il posto alle prime dolci colline e ci fermiamo al borgo Rione Maiole dove c’è il Cantun dal Tony un angolo riservato ai pellegrini sotto un fiorito albero di mimose. Più avanti una sosta davanti alla chiesa di S. Maria di Babilone precede l’arrivo al paese di Cavaglià, dominato dal suo castello. Approfittiamo della cortesia del bar vicino e di un po’ di sole che ci riscalda per fare la pausa pranzo. Riprendiamo per l’ultimo tratto non prima di essere passati nel cortile della Villa Salino, dove possiamo prendere un sasso colorato e con belle scritte da portare con noi lungo il cammino. Entriamo nel bosco con vari saliscendi, passando anche per il bosco degli Elfi (Leo, Ugo ecc) che ci aspettano sugli alberi e su alcune rocce. Superata una collinetta ecco di fronte a noi il castello di Roppolo e sullo sfondo il lago di Viverone. Con una bella discesa intorno al castello scendiamo nel sottostante paese dove terminiamo la tappa presso la Casa del Movimento Lento, dopo aver percorso 18 km con un disl di + 290 m. Ottima cena ed incontro con altri 4 pellegrini provenienti dal Veneto che stanno facendo lo stesso nostro percorso.

Giovedì 4 aprile 2024 riprendiamo il cammino salutando il piccolo paese di Roppolo ed iniziando la salita prima su asfalto e poi su sterrata nel bosco e con una scalinata in pietra che ci porta al Ricetto di Viverone (ciò che rimane di un antico borgo fortificato), dove possiamo ammirare il lago omonimo in tutta la sua ampiezza, dietro le grige nuvole. Ci manteniamo in quota e raggiungiamo un punto panoramico dove si trova una delle famose panchine giganti; il cielo sembra aprirsi e timidi raggi di sole illuminano tutto il lago ed il bel paesaggio sull’anfiteatro morenico di Ivrea. Con piccoli sali scendi raggiungiamo il paesino di Zimone con il suo Ecomuseo a cielo aperto intitolato “Storie di carri e carradori”. Si torna a camminare tra boschi e prati con sprazzi di sole, fino alla deviazione in basso per il Monastero di Bose (comunità di monaci e monache appartenenti a chiese diverse che vivono in fraternità) che raggiungiamo, per un breve sosta con visita alla bella chiesa. A Roppolo il Movimento Lento ci aveva consegnato la credenziale che cerchiamo di riempire con più timbri possibili. Lasciato il monastero in piano ci dirigiamo verso la Chiesa Romanica di San Secondo edificata nel XI secolo (un vero gioiello dell’arte romanica, peccato che sia chiusa). Ora ci avventuriamo per un piccolo sentiero che si insinua nel bosco e sale ripido fino a raggiungere la parte più in alto di Magnano, dove un viale alberato con palme fa da balcone sull’intero paese. Raggiungiamo la chiesa con dipinta la Madonna Nera, che ritroviamo lungo tutto il percorso e dopo essere passati sotto la torre campanaria scendiamo al centro dove ci fermiamo davanti ad un piccolo negozio di alimentari per consumare il pranzo. Più tardi ripartiamo inoltrandoci nel bosco seguendo un’ampia sterrata in piano; il bosco si fa più fitto ed incontriamo alte cataste di legname tagliato da poco. Il tragitto è molto rilassante e terminato il bosco siamo ormai in Torrazzo a cui arriviamo dopo una breve salita; oggi sono 18 i km percorsi con un dislivello di + 530 m. Ci sistemiamo in un alloggio accogliente e la cena super presso la locale bocciofila conclude la nostra giornata.

Eccoci alla 3° tappa venerdì 5 aprile 2024; la nostra scelta cade sul tratto iniziale più breve e con meno asfalto per cui non passeremo da Sala Biellese. Lasciato Torrazzo ci inseriamo su una sterrata che corre in piano e dritta sulla dorsale della collina in mezzo al bosco; la giornata è un po’ grigia, ma il tratto si fa via via più curioso; ora siamo infatti in mezzo ad una bellissima pineta con alberi maestosi e siamo circondati da una leggera nebbiolina che rende il paesaggio un po’ fatato. Abbiamo scelto proprio bene. Dopo alcuni km dobbiamo scendere e portarci sulla traccia normale (Via Torre Bastita) passando per il piccolo laghetto di Cossavella, ma continuando sempre nel bosco fino ad arrivare a fianco di un torrente che in un tratto ha fatto franare la strada; poco dopo scendiamo a livello del torrente lo superiamo su un bel ponte e poi risaliamo brevemente fino alla Borgata di Donato dove troviamo un negozietto di alimentari che ci consente di acquistare il necessario per il pranzo. All’uscita del paese passiamo per la bella parrocchiale dedicata ai SS Pietro e Paolo e ci portiamo sempre sulla collina all’Oratorio di S. Rocco dove sul quaderno lasciamo il segno del nostro passaggio. Si prosegue in continui sali scendi tra alberi e prati, passiamo nel comune di Netro e percorriamo un tratto del sentiero detto dei “Pe d’oca”, con pannelli di disegni dei bambini delle elementari del paese che raccontano la storia dei rapporti di un paesano con altre persone venute da fuori. Poco dopo siamo su una panoramica aerea pic nic con vista sulla pianura sottostante, dove vediamo il triangolare lago artificiale dell’Ingagna.  Poco dopo di fronte a noi in lontananza appare il santuario di Graglia e così iniziamo la marcia di avvicinamento. Nel bosco vari ruscelli, che superiamo con piccoli guadi, scendono a valle formando delle cascatelle; l’acqua è molto abbondante come non vedevamo da tempo. Un bel tratturo erboso ci introduce in una località ormai vicina alla meta di oggi; questo luogo è famoso perché qui la signora Adelia, molto conosciuta in zona, ha addobbato tutta la sua casa e la strada con tantissimi pupazzi di ceramica e con migliaia e migliaia di sorpresine in plastica degli ovetti Kinder, oltre aver predisposto un angolo per il riposo dei pellegrini che passano di lì. Ci fermiamo brevemente con Lei e ci parla di questa sua passione che la impegna in pratica tutto il giorno. Mancano 600 m al santuario che raggiungiamo in salita posto su un cocuzzolo dove il panorama sarebbe splendido se fosse sereno. Eccoci di fronte all’imponente santuario (dopo 16 km e disl + 600 m) e lì troviamo la responsabile dell’accoglienza che ci accompagna alle nostre camere; sono grandissime, calde e con il soffitto tutto dipinto. Alla sera cena nell’adiacente ristorante nel quale ci vengono servite ottime pietanze.

Siamo così giunti all’ultima tappa: sabato 6 aprile 2024; la mattina è abbastanza serena anche se fredda; lasciamo il Santuario di Graglia all’alba e passiamo dall’altro versante dove seguiremo il fianco del Mombarone su un bel sentiero con di fronte i monti innevati. Lo stesso più avanti diventa una mulattiera scoscesa e con alcuni tornanti scendiamo fino ad attraversare il fiume Elvo, su un ponte in pietra del 1842. Risaliamo dall’altro versante e raggiungiamo il paese di Sordevolo, con la sua bella parrocchiale dedicata a S. Ambrosio. Scorriamo tra le strette viuzze del paese (qui nuove indicazioni del cammino di S. Carlo che in vari tratti si sovrappone a quello nostro) e usciamo dall’altro lato dove fa bella mostra di sé un monumento al mulo posto di fronte ad un’interessante chiesa. Ora torniamo sul sentiero che sale sulla dorsale si immerge nel bosco e ne esce con una carrareccia che in breve ci conduce alla chiesetta di S. Barnaba del 1600 posta su un cocuzzolo. Breve sosta per rigenerarci si riparte ancora su sentiero per poi raggiungere l’asfalto nei pressi di Favaro, sempre con bei panorami sia sulla pianura che ancora sul santuario di Graglia. Il nostro cammino ritorna in mezzo ai boschi con vari sali scendi fino al bivio fatidico con l’ultimo tratto da percorrere; noi optiamo per la via più “facile” che è quella dell’ex tramvia ormai dismessa, anche per evitare di infangarci troppo. Così la nostra salita è continua con la giusta pendenza anche perché la fatica comincia a farsi sentire. Questo tratto è caratterizzato da pannelli informativi sulla ex tramvia, un’opera di alta ingegneria al suo tempo. Più avanti riusciamo a scorgere finalmente da lontano la sagoma del Santuario di Oropa. Seguiamo il sedime della ex tranvia fino a quando la stessa coincide con la Provinciale che da Biella sale al Santuario. Si cammina così per circa 1,5 km su asfalto con il costante pericolo di essere investiti dalle auto viste le numerose curve strette e ceche. Ormai vicini al Santuario il percorso lascia il pericoloso asfalto per portarsi dall’altro lato e così con un ultimo sforzo siamo in vista del piazzale e del complesso di Oropa. Fino ad ora il sole ci ha accompagnati ed il panorama che si presenta davanti a noi è bellissimo. Siamo ormai all’ingresso; la fatica non si sente più; siamo felici ed emozionati di aver raggiunto l’obiettivo in tutta serenità ed amicizia e ci complimentiamo a vicenda. Ecco la foto di rito per immortalare il nostro arrivo: sono le 12,30 circa. Oggi sono 16 km con disl + 785 m. Siamo nel grande cortile e in qualche angolo più freddo c’è ancora della neve; lì la chiesa dove si trova la Madonna Nera di Oropa; poco più in là l’Ufficio Sante Messe del Santuario dove andiamo a ritirare il testimonium presentando le nostre credenziali, ricche di timbri dei luoghi dove siamo passati. Cerchiamo il salone destinato ai pellegrini dove possiamo cambiarci e poi andare dalla Madonna Nera visto che la funzione per i fedeli di Biella è terminata e quindi c’è libero accesso. Possiamo fare la visita con tutta tranquillità e ringraziare la Madonna Nera per averci aiutati nel nostro cammino. Abbiamo tempo per rifocillarci e visitare tutto il complesso del santuario incontrando i 4 pellegrini veneti che con noi salgono sul bus della 16,05 che scende a Biella e dà lì col treno raggiungiamo Cuneo.

E’ questo il secondo cammino fatto da questo nostro piccolo gruppo; tutto si è svolto con la massima regolarità; abbiamo percorso in tutto 70 km con un dislivello in salita di 2.150 m. Dobbiamo annotare solo liete sorprese ed in particolare la grande accoglienza che tutti coloro che abbiamo incontrato nel nostro peregrinare ci hanno dimostrato. Il cammino è molto interessante e piacevole con buoni panorami e lo consigliamo volentieri a chi intenda provarlo. Un grazie al Movimento Lento per la collaborazione. Un saluto da:

Dario, Michele, Marina e Giancarlo

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